Party,Hide & Seek ovvero L'Aurora: al Vertigo la commedia di Gianluca Arena
(https://www.lanazione.it/livorno/cronaca/2014/02/23/1029852-party-hyde-arena.shtml)
Livorno - Party “Hide & Seek” ovvero L’Aurora: un titolo enigmatico, ma sicuramente curioso. Dopo aver inscenato Party “Love & Peace” (gennaio 2013), Gianluca Arena si cimenta in una nuova commedia dal sapore e dallo stampo totalmente differenti, senza mai però disunire il pianto dal riso, la tradizione dall’innovazione, il classico dall’anticonvenzionale.
Testimonia ciò anche il fatto che l’autore trae spunto da Tesmoforiazuse (La festa delle donne, da altri tradotto Donne alle tesmoforie), opera del grande Aristofane, scritta nel 411 a.C., da cui vengono estratte alcune caratteristiche allontanandosi poi verso i modelli teatrali contemporanei.
Un numero di personaggi ristretto, in una scenografia semplice, povera, minima, ci accompagnano in questa ora e tre quarti di spettacolo. Una commedia buffa, divertente, vivace, ma che mira anche al ragionamento, al pensiero, anzi, al “pensare”, nel tentativo di non lasciarsi divorare passivamente dagli estremismi e dagli stereotipi che mettono l’umanità contro se stessa. Una commedia che tenta di oltrepassare il discorso delle lotte sessiste, che tenta di mettere la questione dell’”umano” al centro dell’attenzione.
Livorno - Party “Hide & Seek” ovvero L’Aurora: un titolo enigmatico, ma sicuramente curioso. Dopo aver inscenato Party “Love & Peace” (gennaio 2013), Gianluca Arena si cimenta in una nuova commedia dal sapore e dallo stampo totalmente differenti, senza mai però disunire il pianto dal riso, la tradizione dall’innovazione, il classico dall’anticonvenzionale.
Testimonia ciò anche il fatto che l’autore trae spunto da Tesmoforiazuse (La festa delle donne, da altri tradotto Donne alle tesmoforie), opera del grande Aristofane, scritta nel 411 a.C., da cui vengono estratte alcune caratteristiche allontanandosi poi verso i modelli teatrali contemporanei.
Un numero di personaggi ristretto, in una scenografia semplice, povera, minima, ci accompagnano in questa ora e tre quarti di spettacolo. Una commedia buffa, divertente, vivace, ma che mira anche al ragionamento, al pensiero, anzi, al “pensare”, nel tentativo di non lasciarsi divorare passivamente dagli estremismi e dagli stereotipi che mettono l’umanità contro se stessa. Una commedia che tenta di oltrepassare il discorso delle lotte sessiste, che tenta di mettere la questione dell’”umano” al centro dell’attenzione.