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GIULIO CESARE - Un'entusiasmante rivisitazione dell'opera di William Shakespeare - Compagnia Angelus Novus

15-02-2020 / 16-02-2020 - SPETTACOLI
Sab
15
Feb 2020
orario: sabato 15 febbraio ore 21,00 - domenica 16 febbraio ore 17,00

“Il tiranno non è solo colui che tormenta i nostri giorni, spaventa il nostro vivere in comune e minaccia il nostro futuro. Il tiranno viene spesso a trovarci nei nostri sogni, siede a tavola con noi, è al centro dell'attenzione durante un banchetto e, colmo di vino, ci intrattiene. Vorremmo ribellarci, affrontarlo, liberare il mondo dal suo dominio, ma egli governa il nostro sogno e, con un'insospettabile grazia e allegria, ci ammansisce fino al mattino. Quando all'indomani ci risvegliamo con una nuova spregevole sensazione di noi stessi, il tiranno ci tiene per mano e piano piano, senza farsi sentire, suggerisce all'orecchio parole che cambieranno tutta la nostra lingua e infetteranno i nostri giorni a venire.”

La vita dell'uomo gettato sulla piazza politica è simile ad un incubo. Ogni giorno siamo costretti ad essere qualcuno, essere qualcuno per gli altri e con gli altri, senza indossare maschere, ma essendo indossati da continue maschere, senza volontà, ma in un continuo rovesciamento di eventi che ci crollano inesorabilmente addosso. Ogni giorno siamo chiamati ad essere e costretti ad assistere a ciò che non vorremmo. Perché? Che cosa siamo chiamati ad essere? E soprattutto chi è che ci desidera?
Il sovrano è colui che può decidere sullo stato di eccezione: colui che può porsi fuori dalla legge per poter dettare legge. Lo stato di eccezione è quel momento in cui il normale esprimersi delle leggi e della vita politica viene sospeso in virtù della necessità estrema di difendere la comunità da una minaccia maggiore. È quello stato di crisi che viene più o meno proclamato da quasi tutte le nazioni del mondo, questo stato d'eccezione che oggi è diventato la regola.
È in questa costante esposizione al pericolo che oggi viviamo, ed è in questo travaglio che, nonostante tutti gli sforzi di afferrare noi stessi, ci smarriamo in mille illusioni.
Ma come il sovrano è colui che si pone fuori dalla legge per dettare legge, così forse è possibile che egli venga destituito grazie a una forza anch'essa fuorilegge. Il tiranno è per sua stessa natura esposto al tirannicidio. Potremmo dire che solo laddove appare la tirannia si illumina e urge l'esigenza del tirannicidio. Per l'individuo gettato nel calderone dell'esistenza, costretto alla presenza e dalla necessità, tormentato da mille figure di spietati tiranni e oppressioni, manipolato e controllato anche nelle passioni più private, non c'è altra speranza che questa: cogliere ogni giorno l'estrema opportunità politica di emancipazione e liberarsi finalmente dalle immagini.

Calarsi nel profondo di quest'incubo è l'esperimento che questa messa in scena di Giulio Cesare di William Shakespeare si propone di testare assieme al pubblico, affinché ancora una volta risuonino in teatro le famose parole di Antonin Artaud:

“Mai come oggi si è parlato tanto di civiltà e di cultura, quando è la vita stessa che ci sfugge. La cosa più urgente non mi sembra, dunque, difendere una cultura, la cui esistenza non ha mai salvato nessuno dall'ansia di vivere meglio e di avere fame ma estrarre da ciò che chiamiamo cultura delle idee la cui forza di vita sia pari a quella della fame. […]
In questo modo il teatro smette di essere un gioco, lo svago di una serata effimera, per diventare una specie di atto utile, e assumere il valore di una vera e propria terapeutica, quella a cui nell'antichità le folle venivano ad attingere il gusto di vivere e la forza di resistere agli assalti della fatalità”




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